A proposito di merito

“Merito” è una parola alla ribalta dell’attenzione. La si sente spesso anche fra le mura scolastiche. Il nostro stesso Ministero dell’Istruzione ha tenuto ad aggiungerla alla sua dicitura istituzionale. C’è, però, chi ritiene che, dal punto di vista teologico, sia una parola orribile se si calcola che, al cospetto della grazia di Dio, nessun’anima può accampare meriti per ottenere la sua misericordia. Come la mettiamo dunque? Forse, conviene riflettere non tanto sui significati letterali collegati alla parola, ma su ciò che si sperimenta interiormente quando ci si sente meritevoli di qualcosa da parte di qualcuno.

Infatti, percepire il proprio merito può significare esperienze molto diverse. Per esempio, può rendere presuntuosi, se si associa all’ottenimento del merito il percepirsi come superiori agli altri, meno in gamba di noi. Oppure, la percezione del merito può portare risentimento in chi ritiene che non gli sia riconosciuto qualcosa che sente di meritare. Questo accade spesso in amore: quante volte, sentendosi meritevoli di attenzioni non corrisposte, si giudica malamente chi, magari solo sbadatamente, non ce le concede. Nel primo caso ci si sente giusti; nel secondo ci si sente in diritto. In entrambi i casi, sentirsi meritevoli porta a disprezzare gli altri, cosa che, ovviamente, desta sospetto allo sguardo teologico cristiano.

Tuttavia, c’è una terza esperienza collegata al sentirsi meritevoli. È descritta bene nel bel film “La ricerca della felicità”, con Will Smith come protagonista. La si può verbalizzare così: sentirsi ricompensati in modo inaspettato per l’impegno profuso nel raggiungere un nobile obiettivo. Qui, il merito appare sia un dono, sia una conquista della volontà. È come quando si ricevere un regalo inatteso da chi ci ama a motivo del nostro amore verso il donatore. Quel regalo sarà sentito come dono meritato per cui essere grati. La gratitudine, la riconoscenza, la gioia è ciò che in questo caso si sperimenta. Ecco, così è il dono di Dio: una grazia speciale che non dipende dai nostri meriti, ma che è sentita come regalo corrispondente ad essi da parte di chi la riceve.

Un pensiero riguardo “A proposito di merito

  1. Andrea M. ha detto:

    C’è anche l’aspetto negativo del merito così bene espresso nell’atto di dolore:
    “Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi…”

    Ciao

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