Il taco d’oro di Hulk

Di Luciano Pace

C’è una scena nel film “Avengers: Endgame” che è di una semplicità sbalorditiva. Me l’hanno richiamata alla mente alcuni studenti in settimana, mentre partecipavano alle lezioni di approfondimento sulla “Regola d’oro” dell’agire etico. Il compito loro assegnato era quello di individuare una scena di uno dei film degli Avengers in cui, a loro giudizio, si mostrava l’applicazione o la non applicazione della Regola d’oro.

Ecco la scena. Dopo molte peripezie galattiche, Ant-Man, colui che ha il potere di rendersi più piccolo della più microscopica pulce, si trova ai piedi di un palazzo con un taco in mano. Stanco delle sue fatiche, immagina di farsi un meritato spuntino. Senonché, mentre osserva con famelico desiderio il suo taco, gli atterra a fianco una nave spaziale. Lo spostamento d’aria, creato dai reattori della nave, fa volare via il taco di Ant-man, in una maniera molto meno poetica della piuma che svolazza in “Forrest Gump”.

A questo punto, quando per lo stomaco di Ant-Man sembra tutto perduto, gli si fa vicino Hulk, l’omone muscoloso, l’unico a diventare verde e non rosso dalla rabbia. Ha visto ciò che è accaduto all’amico. Nonostante sia nella versione verde, il suo volto è calmo e sereno, circostanza per cui si è indotti a pensare che sia soprattutto il volto deputato a comunicare le emozioni e non il colore della pelle. Ha in mano un taco. Lo regala ad Ant-Man, con la generosità che non ti aspetti da chi è in grado di rivoltare il dio Loki come un calzino, sotto l’effetto di una furente ira.

Questa scena, di una semplicità disarmante, in realtà non è molto importante rispetto alla trama del film. Anzi, di fronte alle mirabolanti peripezie vissute dagli Avengers, risulta insignificante. Cos’è il dono di un taco rispetto allo schiocco di dita di IronMan? Ma, appunto, è esattamente questo che colpisce. La semplicità è disarmante: ti riconduce a cogliere il senso profondo della vita in mezzo a missili, laser, astronavi spaziali, e cattivi che pensano di distruggere metà dell’universo credendo che sia un’idea giusta e geniale. 

Se poi chi la esercita, questa semplicità, è proprio Hulk, l’effetto sorpresa è assicurato. Non te lo aspetti dal più irascibile degli eroi, colui di fronte al quale la tanto declamata “ira di Achille” suona poco più di un naturale e legittimo fastidio, un gesto così sereno e pacato. L’effetto comunicativo connesso al dono del taco pone in risalto il significato della Regola d’oro, nella sua versione evangelica, : “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Questa regola la capisce il furente Hulk, ma non Thanos, il calmo e calcolatore gigante del male.

Per applicare questa regola etica, è necessario mettersi dalla parte di chi subisce un torto, anche molto piccolo (come lo è la perdita di un taco) e domandarsi che cosa si desidererebbe se si fosse nella stessa situazione. Hulk agisce “mettendosi nei panni” di Ant-Man, nonostante spesso non sia a suo agio nei suoi stessi panni, iracondi e incontrollati. Infatti, per agire la “Regola d’oro” come ha fatto Hulk, non è necessario essere perfetti: è sufficiente essere gentili e coraggiosi quando ce ne fosse il bisogno, nonostante tutto ciò che non va nella nostra vita di peccatori fragili e spesso inclini a tendenze distruttive e maligne, che ci rendono biliosi, simili al verde Avenger. 

Con il suo gesto semplice, Hulk svela il segreto nascosto in ogni gesto di gentilezza: trasformare un atto qualsiasi in qualcosa che brilla spiritualmente come l’oro. Questa è la vera magia di Re Mida, la pietra filosofale dell’etica: trasformare un’azione umana in un atto d’oro, che brilla di bontà nella semplicità. Agire applicando la Regola d’oro, fa risplendere le azioni umane, dando loro il colore e la consistenza dell’agire divino. 

Perciò, che il taco d’oro di Hulk, a cui alcuni studenti svegli ci hanno fatto fare attenzione, non passi inosservato nelle nostre vite, in cui spesso abbiamo l’impressione di essere in guerra gli uni con gli altri, come se ci fosse in ballo il destino dell’intero universo. Ricordiamoci che l’unico destino affidato a ciascuno è collegato alla nostra anima e che il nostro compito è imparare pian piano a ricoprirla di monili d’oro, nonostante spesso sia tinta del verde fluo del nostro caro Hulk.

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