Gli alieni e la redenzione
Di Luciano Pace.
Un articolo dedicato al curioso problema del rapporto fra l’esistenza degli alieni e la fede in Gesù Cristo.
Recentemente un amico studioso di Astrofisica mi ha posto questa domanda: “Che cosa accadrebbe alla fede cristiana se dovessimo scoprire altre forme di vita intelligente nell’universo“?. Dopo averla ascoltata, ho risposto subito all’amico che si tratta di una domanda spesso postami anche dagli studenti a scuola durante le ore di Religione Cattolica. Di fronte a domande simili è sempre meglio comprendere bene le intenzioni di chi le pone. Di conseguenza ho continuato domandando: “Perché mi poni una domanda simile“?.
In risposta l’astrofisico mi ha detto: “Perché la scienza che studio mi attesta l’altissima probabilità che esistano altre forme di vita intelligenti come noi umani nell’universo. Se così fosse, come è possibile pensare ancora che la redenzione di Cristo, da lui operata con la sua passione, morte e resurrezione, possa avere ancora un senso“?.
Datami questa spiegazione, lì per lì, ho pensato subito che la domanda posta fosse simile per difficoltà e tipologia ad un’altra domanda riguardante la redenzione di nostro Signore Gesù Cristo: “Se la sua salvezza è universale, come si può pensare che i morti prima della sua croce, possano essere da lui redenti“? A questa domanda, la Tradizione di fede ha risposto con il Mistero della discesa di Gesù agli inferi per riconciliare con Dio i giusti meritevoli di redenzione prima della sua Incarnazione. Di questa discesa agli inferi parla esplicitamente il Credo Apostolico.
Invece, in caso di intelligenze aliene che non hanno conosciuto ancora Cristo? Chiariamo subito una distinzione: rispetto alla fede teologale cristiana, un conto è ciò che riguarda la redenzione dell’umanità dal peccato, un conto è ciò che riguarda la signoria di Dio come Creatore dell’universo. Ovviamente, Dio in sé è sia Creatore, sia Redentore. Ma, data la nostra limitata conoscenza dell’universo, è assolutamente lecito immaginare di riconsiderare alcune nostre idee sul creato, senza con questo dover rinunciare alla fede in Dio come Creatore e Redentore per mezzo di Cristo.
Infatti, ci sono verità di ragione collegate alla fede che non verrebbero affatto abrogate una volta che conoscessimo l’esistenza di alieni intelligenti. Per esempio: Dio come causa creatrice e sostentatrice dell’essere di ogni cosa che esiste, si muove e muta nell’universo (alieni compresi); l’uomo come creatura fatta a sua immagine e somiglianza e libero di operare secondo il bene o il male.
Nemmeno alcune verità di fede verrebbero messe in discussione da un ipotetico incontro con alieni intelligenti: il Mistero della natura ferita dell’essere umano dal peccato originale che necessita della redenzione di Cristo; quello della Uni-Trinità di Dio; quelli dedicati ai Novissimi, cioè alla vita oltre la morte. Queste e tutte le altre verità di fede non sarebbero affatto messe in discussione dall’eventuale scoperta di altre forme di vita intelligente non terrestri. Si tratta, appunto, di Misteri della fede, che non sta alla scienza astronomica certificare, né smentire.
Piuttosto, l’eventuale incontro con extraterrestri intelligenti richiederebbe di modificare di molto i nostri immaginari sulla conoscenza dell’universo e sul nostro posto come uomini in esso. Mi immagino la scena: da un’astronave spaziale scendono degli E.T. Che cosa proverei? Che cosa penserei? Che cosa farei? Di certo proverei meraviglia, fra timore e stupore. Poi, cercherei di comunicare con loro. Magari hanno qualcosa di scientifico da insegnarmi. Se, prima o poi, ci capissimo, ascolterei volentieri le loro parole, sperando che non intendano essere violenti.
Tuttavia, nel momento in cui ci capissimo, io potrei parlar loro di ciò che noi umani sappiamo, compresa la Teologia delle Redenzione? Certamente, perché no? Chissà cosa penserebbero e mi direbbero su Cristo Redentore? Io non posso saperlo a-priori. Direbbero che è una stupidaggine (come molti umani ahimè credono)? Direbbero che andrebbe approfondito l’argomento? Vorrebbero subito farsi battezzare? E se, invece, ascoltassero il pensiero dei fedeli anche di altre religioni, quale sceglierebbero alla fine? A queste domande non c’è risposta, fino a quando una simile esperienza non mi sia data oggettivamente.
Fra l’altro, qualcosa di simile è già accaduto per certi versi nella storia della Chiesa, quando arrivò nel Medioevo il pensiero di Aristotele. Nel periodo della Scolastica, i teologi sono venuti a conoscenza, grazie ai loro colleghi studiosi arabi, delle opere del “Filosofo” di Stagira. Potrà sembrare strano, ma, in effetti, il suo pensiero fu percepito come quello di un alieno: la sua concezione dell’anima umana, il suo modo di intendere il cosmo, la sua metafisica, la logica, ecc…
Una volta scoperto questo “alieno” culturale che cosa hanno fatto i teologi del tempo? Tutti lo hanno anzitutto studiato per comprenderlo. Molti, poi, lo hanno attaccato, criticato e, alla fine, lo hanno rifiutato come eretico. Altri, come il grande san Tommaso d’Aquino, hanno cercato di imparare da lui ciò che umanamente potevano imparare, rielaborando alcune verità culturali collegate alla sua fede cristiana. Pochi hanno rinunciato alla loro fede teologale a causa di Aristotele.
Ebbene, l’atteggiamento di san Tommaso d’Aquino mi sembra quello umanamente saggio come risposta alla domanda del mio amico astrofisico. Infatti, come credenti in Cristo, di fronte a quesiti come quello da lui postomi, dovremmo anzitutto considerare se, oggigiorno, avremmo il coraggio di annunciare Cristo a degli ET, quando si nota una fatica ad annunciarlo anche solo adaltri esseri umani come noi. Perché, a questo riguardo, sarebbe davvero buffa la circostanza per cui l’eventuale contatto con gli alieni dovesse testimoniarci la loro disponibilità ad ascoltare ed accogliere la fede in Cristo in un mondo in cui altri umani intelligenti sembrano volerne fare volentieri a meno. Cosa penserebbero gli ET di costoro che hanno a cuore di voler continuare ad essere “alieni” rispetto a Dio? Non possiamo saperlo, per il semplice fatto che, anche se la probabilità dell’esistenza degli alieni in altri sistemi simili a quello solare è molto alta, è al contrario assolutamente improbabile la possibilità di un contatto con loro date le distanze stellari che ci separano.